GIORNATA MEMORIA: NAPOLITANO, NON CONFONDERE CRITICHE A ISRAELE CON LA SUA NEGAZIONE
E' proprio ''nei momenti in cui l'operato del governo di Israele puo' risultare controverso ed essere legittimamente discusso'' che ''deve restare chiara e netta la distinzione tra ogni possibile posizione critica verso la linea di condotta di chi, di volta in volta, governa Israele e la negazione, esplicita o subdola delle ragioni storiche dello Stato di Israele, del suo diritto all'esistenza e alla sicurezza, del suo carattere democratico''. Lo ha affermato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel suo intervento al Quirinale in occasione della celebrazione della Giornata della Memoria.
Certo, ha detto Napolitano, si puo' discutere sulle scelte politiche di Israele, come la recente ''azione di guerra'' contro Gaza, ma questo, ribadisce, non puo' voler dire mettere in discussione il suo ''diritto all'esistenza e alla sicurezza''.
Il capo dello Stato ha ammonito che non si puo' abbassare la guardia contro il riemergere di fenomeni di aggressione agli ebrei e piu' in generale contro l'antisemitismo. C'e' quindi bisogno di una ''forte vigilanza'', in un momento in cui lo Stato di Israele viene da piu' parti criticato per la guerra a Gaza. Napolitano ha avvertito che ''proprio in questi momenti deve farsi piu' forte la vigilanza ed esprimersi piu' nettamente la reazione contro il riprodursi dell'antisemitismo, contro l'insorgere di nuove speculazioni e aggressive campagne contro gli ebrei e contro lo Stato ebraico''. Proprio questa attenzione, per il Capo dello Stato, e' ''lo spirito dell'impegno'' con cui si deve celebrare questa ricorrenza.
BERLUSCONI: LEGGI RAZZIALI FERITA PROFONDA
''Non dimenticheremo mai'' lo sterminio degli ebrei, un ''evento che ha segnato la storia dell'umanita''' e dal quale si deve trarre l'insegnamento imperativo che non debbono essere ''mai piu' violati i diritti e la dignita' di ogni cittadino''. Lo ha affermato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel messaggio per la Giornata della memoria.
Le leggi antiebraiche, ha sottolineato Berlusconi in altro passaggio, ''sono ancora avvertite come una ferita profonda, inferta non solo alla comunita' ebraica, ma alla intera societa' italiana, che perse improvvisamente una parte importante della propria storia. Migliaia di nostri concittadini, colti dallo sgomento e dall'incredulita', furono immotivatamente emarginati e privati della propria identita', dichiarati 'non Italiani'''.
''Purtroppo, ha detto ancora il premier, sappiamo come le tragiche conseguenze di queste leggi incivili e disumane abbiano portato a quella che i nazisti, nel loro sciagurato progetto, chiamavano 'soluzione finale del problema ebraico'''.
Gli ebrei scampati allo sterminio, ''sconvolti fisicamente, moralmente ed economicamente, rimarginando le incommensurabili fratture createsi nella societa' italiana, non hanno poi esitato - assicura Berlusconi - a dare il loro contributo per la costruzione comune della nuova Italia repubblicana, anche attraverso la partecipazione alla Resistenza ed alla nascita della Costituzione''. Il Presidente del Consiglio non ha dubbi, ''la determinazione a sanare quella ferita aperta nel 1938 ha fortemente contribuito ad ispirare l'Assemblea costituente nella scrittura della nostra Carta fondamentale, con la quale sono state delineate le basi di una democrazia che non consente che siano mai piu' violati i diritti e la dignita' di ogni cittadino. I principi costituzionali di uguaglianza e di liberta' di pensiero e di religione mantengano viva, sempre, la coscienza di quale debba essere la nostra strada''.
Il premier ha auspicato che ''i principi costituzionali di uguaglianza e di liberta' di pensiero e di religione mantengano viva, sempre, la coscienza di quale debba essere la nostra strada''.
INIZIATIVE IN TUTTA ITALIA. COMUNITA' EBRAICA CHIEDE UN INTERVENTO DEL VATICANO
Sono numerose le iniziative, in Italia e nel mondo, in ricordo dello sterminio, ma non si placa la polemica tra la Comunita' ebraica e il Vaticano che ha avuto per oggetto la revoca della scomunica da parte di Benedetto XVI a Richard Williamson, uno dei quattro vescovi ordinati da monsignor Marcel Lefebvre in polemica con la Santa sede nel 1988.
Williamson, in un'intervista precedente alla decisione del Papa, ha negato l'esistenza delle camere a gas naziste e ha ridotto il numero degli ebrei uccisi nel corso dell'Olocausto a 300 mila.
''La riabilitazione e' un fatto interno alla Chiesa e su quello non voglio interferire, ma sul negazionismo abbiamo molto da dire perche' lo riteniamo un'infamia'', ha dichiarato Renzo Gattegna, presidente dell'Unione delle Comunita' ebraiche italiane.
La replica vaticana e' stata affidata al cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani: ''Mentre esprimiamo il nostro apprezzamento per l'atto di misericordia del Santo Padre, manifestiamo il dispiacere per le infondate e immotivate dichiarazioni di uno dei quattro vescovi interessati circa la Shoah''. Il cardinale valuta pero' come ''ingiuste'' le parole pronunciate dagli ebrei italiani nei confronti della decisione di Benedetto XVI.
Una piu' ferma condanna delle tesi negazioniste e' giunta dalla Conferenza episcopale tedesca, il cui portavoce Matthias Kopp - in un'intervista alla seconda rete televisiva pubblica ''Zdf'' di Berlino - ha dichiarato che ''Williamson dovra' ritirare prima o poi le sue affermazioni, poiche' esse non appartengono all'insegnamento della chiesa cattolica''.